ASSORBIMENTO

ASSORBIMENTO

L’assorbimento dipende molto dalla
forma e somministrazione farmaceutica.

Come abbiamo già detto in un articolo
precedente, le forme parentali sono
assorbite meglio sia in termini di velocità
e sia in dose effettiva che raggiunge il bersaglio.

Il farmaco assunto per via parentale entra
nella circolazione sistemica per essere
distribuito, metabolizzato ed escreto;

Tuttavia, se l’assunzione è enterale,
allora vi è un’ulteriore fase preliminare
che è l’assorbimento.

ASSORBIMENTO – EFFETTO DI PRIMO PASSAGGIO

Tutti i tessuti del corpo metabolicamente
attivi
attaccano il farmaco perchè lo vedono
estraneo e tentano di difenderci. Si genereranno
metaboliti più idrofili del farmaco così
da essere escreti più facilmente.

Il risultato è una dose più bassa del principio
attivo che agisce
. Tutto ciò prende il nome
di effetto di primo passaggio.

Il farmaco arriva allo stomaco, poi
all’intestino tenue; Tuttavia, siccome
sono collegati al fegato tramite la vena porta,
il farmaco non raggiungerà subito
la circolazione sistemica.

Dopo che gli enzimi del lume
gastrointestinale
, gli enzimi delle
pareti intestinali
e gli enzimi batterici
hanno metabolizzato parzialmente il
farmaco, toccherà al fegato.

Infatti, superato il sistema digestivo,
il farmaco si immette nella vena porta
ed arriverà al fegato. Gli enzimi epatici
metabolizzano il farmaco.

La riduzione di dose è altamente
soggettiva
in questo passaggio, in
genere, è la parte che più grava
sulla biodisponibilità.

Il farmaco, una volta uscito dal fegato,
tramite la vena cava raggiunge l’atrio
destro del cuore dove prende l’arteria
polmonare
e si immette nei polmoni
dove ancora subisce una metabolizzazione;

Infine, può ancora essere attaccato
dai tessuti metabolicamente attivi
come il sistema linfatico.

ASSORBIMENTO – STRATEGIE CONTRO L’EFFETTO DI PRIMO PASSAGGIO

DOSE DI ROTTURA

Se non è possibile un’assunzione
parentale che evita l’intestino, nè
sub-linguale la quale sfrutta
l’assorbimento delle mucose per
raggiungere la circolazione sistemica,
o inalatoria, si può ricorrere alla forma
rettale.

Il retto non è ben collegato alla vena
porta, quindi evita parzialmente il
filtro di primo passaggio.

In extrema ratio si utilizzano le
forme buccali più lente. In questo caso,
vi sono vari accorgimenti, fra cui quella
di utilizzare una dose di rottura.

Conoscendo la saturazione degli
enzimi filtranti è possibile aggiungere,
alla dose terapeutica, quella
che l’organismo trattiene.

Ad esempio, se un farmaco da 250 mg
viene trattenuto al 40%, allora si produrrà
con una dose di 350 mg, ossia del 140%.
350 mg si chiamerà dose di rottura.

La dose di rottura, però, non è sempre
la scelta più saggia poichè l’effetto di
primo passaggio è altamente soggettivo.

PROFARMACO

Un terzo metodo è utilizzare un
profarmaco.

Conoscendo le reazioni chimiche
degli enzimi che il farmaco
incontrerebbe, si fa in modo di

trovare quella molecola che,
reagendo con tali enzimi, si
trasforma in un metabolita che
è proprio il farmaco stesso.

In questo modo, è l’effetto di
primo passaggio stesso a generare
il farmaco. Allora, ciò che si
assumerà sarà un suo precursore:
un profarmaco.

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